
Brown: «Pensare a uno sport senza imprecazioni non è realistico, ma c'è una soluzione»

02/09/2025 12:50 PM
Nel 2024 abbiamo assistito a diverse sanzioni rivolte ai piloti per aver usato un linguaggio inadeguato nel corso delle conferenze stampa. Una delle vittime, forse la più importante, è sicuramente Max Verstappen, il quale ha dovuto scontare la pena dei servizi sociali programmati dalla FIA con i giovani del Rwanda.
Il CEO della McLaren si dice contrario alle imprecazioni, ma non in tutte le situazioni
Il quattro volte campione del mondo ha trovato però dalla sua parte un inaspettato difensore in Zak Brown. Il CEO della McLaren si afferma di base contrario alle imprecazioni, ma non in tutte le situazioni: “Non c’è bisogno di imprecare. Soprattutto in conferenza stampa, dove non c’è nessuna foga agonistica o emozione coinvolta. Credo sia inappropriato e dovremmo dare il buon esempio”, dichiara secondo quanto riporta ‘F1i.com’.
“Una volta indossato il casco invece, si è nel vivo della battaglia. Anche su un campo di calcio o di baseball accadono cose di cui non siamo totalmente al corrente dal momento che mancano i microfoni”, continua cercando di sensibilizzare sia il giudizio dei tifosi che quello della FIA.
Brown, alle emittenti l'ultima parola
L’ingrato compito di compito di oscurare le imprecazioni, sempre secondo Brown, spetterebbe alle emittenti televisive, le quali hanno tempo di decidere se trasmetterle oppure no: “Se la registrazione sta per essere trasmessa in TV, le emittenti possono decidere se diramarla o meno premendo un semplice tasto. Essere passionali fa bene allo sport, per risolvere il problema basterebbe premere un pulsante all’interno dello studio di produzione. Non è realistico pensare che i piloti non possano imprecare con il casco indossato”, afferma il CEO della McLaren.
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