Dalla Spagna: «Ora Sainz pensa a se stesso». La Ferrari doveva prevedere le tensioni...
Ieri alle 01:30 AM
Nella notte di Las Vegas molte, come gli spettatori avranno notato, sono state le scintille delle auto della Strip. Ma altrettante, meno visibili, sono state quelle registrate in casa Ferrari, figlie di una presunta violazione di alcuni ordini di scuderia da parte di Carlos Sainz ai danni Charles Leclerc che, in radio, si è infuriato. Tensioni, probabilmente, acuite dal weekend del Cavallino, che non è certo stato quello che a Maranello si aspettavano: la SF-24, infatti, ha sofferto al via e perso la posizione dalla Mercedes di Russell, per essere poi superata, nel finale, anche da quella di Hamilton.
Insomma, un weekend imperfetto coronato da screzi tra piloti, che hanno reso il clima nel box più teso che mai, come detto, complice anche una gara negativa, in cui la SF-24 ha mostrato scarsa resa nella gestione gomme e poco passo con basse temperature: fattori (che hanno comunque permesso di ridurre il gap nel costruttori dalla McLaren) per cui la Rossa si è dovuta accontentare di una terza e quarta posizione, per cui i piloti hanno lottato. In queste fasi Leclerc pare essersi dimostrato più attento agli ordini di scuderia, al contrario di Sainz che, a quanto pare, li avrebbe violati, superando Charles e mandato il monegasco su tutte le furie.
E i team radio seguenti sono stati bollenti, sia a fine gara (con Vasseur costretto a ricordare di non eccedere i limiti), ma anche dopo la seconda sosta. Tornato ai box per il secondo stop, Leclerc è rientrato in pista con le rassicurazioni del box che Sainz, con gomme calde, non lo avrebbe attaccato. Ma la realtà è stata diversa: lo spagnolo lo ha superato in curva 4, andando a prendersi il podio (con il risultato finale che sarebbe stato inalterato anche a posizioni invertite). Da qui le forti comunicazioni radio e una rapida escalation di toni. Cose che succedono, non nuove per la coppia del Cavallino, e giustificabili in virtù degli obiettivi dei singoli e soprattutto del loro avvenire. Tensioni e incomprensioni che, va detto, erano preventivabili da tempo e da mettere in conto da parte della Scuderia.
Non risulta difficile capire che prima o poi nel corso della stagione Sainz avrebbe iniziato sd anteporre i suoi interessi a quelli del team o team mate, avendo vissuto l'intera annata da separato in casa, licenziato per far posto a Lewis Hamilton. Un trattamento, per tempi e modi, per la "farsa" del rinnovo a fine 2023, per la mancanza di riconoscenza (più da parte dei tifosi) per anni di lavoro in momenti difficili, che probabilmente potrebbe non essere stata gradita da Sainz che, in pochi mesi, è passato dall'essere a un passo dal rinnovo con Ferrari ad essere licenziato e costretto a ripiegare, all'apice della carriera, su un team come la Williams. Il tutto mantenendo la dedizione e professionalità.
Un trattamento non ottimale per chiunque, e per Carlos, che a sul finire della sua storia in Italia (forse alle ultime gare con una vettura da podio), potrebbe aver legittimamente e comprensibilmente deciso di anteporre i suoi interessi, senza compromettere gli obiettivi del team, a tutto il resto. Anche a costo di scontentare il compagno di squadra o creare lievi malumori. Dunque, un approccio inedito, come la sua storia insegna, a cui Sainz sarebbe stato indotto per reagire ai fatti che lo hanno travolto nel 2024. Questo, di fatto, il punto di vista che arriva dalla Spagna, da fonti vicine al pilota madrileno, che chi scrive ha appreso da Jorge Peiro di "Relevo".
"Parlando con le persone più vicine a Carlos, mi hanno detto che è cambiato, nell'ultimo anno è diverso. Ora pensa a sé stesso".
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Foto copertina media.ferrari.com