Ferrari, la SF-24 è una buona macchina? Il confronto con la F1-75 non mente: i dettagli

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In Ferrari erano consapevoli dalla viglia: il GP del Brasile non sarebbe stato favorevole, date le caratteristiche del tracciato di Interlagos poco affini alla SF-24, per poter proseguire il trend positivo delle trasferte in Messico e Stati Uniti. Una gara, quindi, in cui sarebbe stato necessario correre in difesa e limitare i danni in classificacostruttori dalla McLaren, come poi il verdetto della tre giorni di San Paolo ha confermato. La gara sudamericana, dati alla mano, è stata tutt'altro che esaltante per la Rossa, con Max Verstappen che ha dominato la gara rimontando dalla casella numero diciasse, infliggendo gap importanti a tutti, Ferrari compresa. Ma a frapporsi tra il Cavallino e un risultato ottimale non è certo stata solamente l'impresa del pilota olandese.

Sin dal venerdì la Rossa non è appaesa veloce e in gara il risultato non ha premiato la Rossa, con Leclerc che ha limitato i danni (specie sul bagnato), chiudendo quinto, mentre Sainz è stato costretto al ritiro. Pertanto la Scuderia non ha lasciato il Brasile con il sorriso, specie dopo che dall'essere la seconda forza in campo in qualifica si è rivelata la quarta in gara, dove a mancare è stata la vettura, che ha perso competitività con il passare delle sessioni, diventando nervosa e in difficoltà nella gestione gomme nel centrare la loro finestra di utilizzo.

Un quadro in cui il team di Maranello è stato la quarta (se non quinta) forza dietro alla Red Bull ma anche Alpine e Mercedes, issandosi quasi miracolosamente davanti alla McLaren (per episodi), salvando il bilancio tra i costruttori dove, alla fine, ha perso solo due punti dal team di Woking a tre gare dalla fine della stagione, con il distacco che ammonta ora a 36 punti. A novembre inoltrato, dunque, per la Ferrari è ancora possibile pensare a scenari inimmaginabili fino a pochi mesi fa, confidando anche su due piste favorevoli alla vettura (Vegas e Abu Dhabi) dove si potrà andare all'attacco del team papaya.

Eppure, a ben vedere, per il Cavallino Il 2024 potrà comunque essere archiviato come un campionato positivo, visto che a due gare dal termine del mondiale a Maranello è già stata superata l'annata migliore della sua storia recente, il 2022 in termini di vittorie, e dopo i punti conquistati in Brasile, anche come punti in classifica: Leclerc e Sainz hanno raccolto 557 punti contro i 554 del 2022. Certo, due anni fa vennero erano in programma 22 gare contro le 24 del 2024, ma questo "bilancio" si riferisce alle 21 sinora disputate, quindi una in meno del 2022 (anche se nel 2022 le Sprint furono tre in totale, mentre oggi ne sono state corse andate cinque delle sei programma).

Una Ferrari, ora diretta da Frédéric Vasseur, che ha ha battuto la miglior stagione dell'era Binotto: la Scuderia infatti fu fortissima nella prima parte di stagione, pagando problemi di affidabilità e la famosa direttiva tecnica 39 nella seconda metà di campionato. Fattori che spianarono la strada alla Red Bull verso il titolo mondiale. Una dinamica  diversa dal 2024 della Scuderia, dove la SF-24 si è imposta in Australia, Monaco, Monza, Stati Uniti e Messico, vivendo una annata ricca di alti e bassi a differenza del costante calando due due anni fa. Dinamica diversa anche per i piloti, con Leclerc che chiuse il 2022 al secondo posto in classifica con 308 punti e 3 vittorie. Oggi invece il monegasco ha 307 punti ed è terzo in classifica con tre vittorie. Sainz invece due anni fa chiuse la stagione con 246 punti contro i 244 attuali, corredati anche da una vittoria in più rispetto al 2022.

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