Ferrari, Turrini: «L'Australia un epocale flop. In Cina il giorno della marmotta?». Su Hamilton...

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Definire il GP d’Australia come deludente sarebbero, per la Ferrari, assai riduttivo. Nella tre giorni dell'Albert Park, infatti, la Scuderia si è trovata costretta a fare i conti con un brusco e negativo risveglio dopo un inverno pieno di fiducia, positività figlia di dati delle simulazioni e test incoraggianti. Ma la pista, poi, ha smentito tutto, originando una doccia freddissima che ha travolto il team diretto da Fréd Vasseur, alle prese con una SF-25 che si è rivelata la quinta forza in campo e capace di chiudere, malgrado le aspettative, una gara (gestita in modo errato dal box) solo in ottava e decima posizione. Uno score impietoso dovuto ad una vettura che, malgrado le millantate scelte di assetto improntate alla gara, è sempre apparsa lenta e difficile da guidare.

Diverse cause del flop

Insomma, una vettura troppo brutta per essere vera, forse a causa di errate scelte tecniche o forse per dei problemi ben noti al Cavallino, che hanno frenato l'ottimismo e aperto a riflessioni sulle cause di un crollo così fragoroso, ascrivibile sia a scelte sbagliate in fase di delibera del set-up (un'ala posteriore troppo carica, e delle altezze da terra troppo basse che, di fatto, avrebbero portato alla squalifica per l'usura del pattino) e di gestione della gara e delle sue fasi più  concitate sia, forse, a problemi che di colpo potrebbero essere tornati attuali per la Rossa, come la mancanza di bilanciamento e lo scarso feeling dei piloti. Un quadro che andrà compreso quanto prima, e capito se figlio di errori di progetto o di una vettura ancora acerba. Una situazione, quindi, tutt'altro che rosea a cui, se possibile, la Rossa dovrà reagire già dal GP di Cina di questa settimana.

Turrini dice la sua

E, alla vigilia del GP di Shanghai, Leo Turrini ha parlato del momento della Scuderia nel suo blog "Profondo Rosso", non usando mezzi termini per parlare del flop australiano e del futuro, con relativi obiettivi, della Rossa. Infine, poi, il noto giornalista ha riflettuto sul grande clamore mediatico suscitato dalla sconfitta australiana, inevitabilmente dovuto alla grande esposizione conseguente all'arrivo di Lewis Hamilton.

"In Australia, senza safety car, Leclerc e Hamilton sarebbero stati doppiati. Questo rappresenta la dimensione di un flop epocale. Al tempo stesso [...], offre uno spiraglio di speranza. Non può essere, a parità di regole e anche al netto dei progressi McLaren, un distacco credibile. Se lo fosse, vorrebbe dire che nei tre mesi dopo Abu Dhabi in quel di Maranello hanno sbagliato tutto. [...] Dubito sia immaginabile, in Cina, una clamorosa rivincita. L’obiettivo minimo è avere due Rosse in lotta per il terzo posto. Non accadesse, saremmo alla riproposizione pistaiola del bel film “Il giorno della marmotta”. [...] Non deve stupirci l’ondata di irritazione popolare che ha accompagnato il fiasco. Con l’operazione Hamilton, la Ferrari si è rimessa al centro del villaggio chiamato F1. [...] Da un grande potere (mediatico) derivano grandi responsabilità. [...] Ergo, il fallimento è una opzione non contemplata".

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Foto copertina www.ferrari.com

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