Herbert si difende dalle accuse di Jos Verstappen: «Noi seguiamo le regole»

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Il Gran Premio del Messico è stato una bella stangata per Max Verstappen, che si è trovato a scontare ben 20 secondi di penalità per delle mosse irruente a danno di Lando Norris. L'olandese ha commesso il grave errore di non identificare l'elefante nella stanza: per tutta la settimana si era parlato del suo duello con il britannico ad Austin, la situazione delle penalità e di cosa fosse ammesso nei duelli ruota a ruota. Era evidente che questi sarebbero stati temi caldi anche in Messico, e il suo rivale è stato molto bravo a usare le nuove linee guida a suo favore, portando sempre la sua monoposto davanti al punto di corda, facendo sì che fosse il campione del mondo ad avere la peggio; e lui, forse per foga o forse per abitudine, non ha fatto i calcoli giusti, attaccando con la solita ferocia e ricevendo così una severa punizione. 

Jos Verstappen ha (ovviamente) avuto da ridire sulla decisione dei commissari, non riuscendo ad ammettere che il figlio potesse aver sbagliato. In particolare ha mosso la sua critica riguardo la composizione della giuria, dicendo che era di parte: infatti, nel gruppo degli stewards c'era Tim Meyer, figlio del co-fondatore della McLaren, e Johnny Herbert, un connazionale di Norris. Per questi elementi, l'ex pilota ha accusato di favoritismi. Come se ad Abu Dhabi e in Arabia Saudita nel 2021 non ci fosse Dereck Warwick, commerciante dei motori Honda nel Regno Unito. E tutti ci ricordiamo come andò a finire, ma questa è un'altra storia. 

Posto che questa accusa è proprio un'arrampicata sugli specchi, Johnny Herbert ha comunque voluto difendere il suo lavoro e quello dei suoi colleghi. "A me piace parlare con Max. Se fosse qui anche voi avreste una bella conversazione con lui. A lui piacere discutere, gli puoi parlare di tutto, e ha capito la nostra scelta quando gliela abbiamo spiegata dopo la gara. Lui ha un bel caratterino, come si è visto anche dalla conferenza stampa improvvisata a Singapore, e non deve perderlo", ha rivelato il commissario a PlanetF1. "Abbiamo seguito le linee guida e abbiamo fatto la nostra decisione. 20 secondi erano giusti. Ci saranno sempre delle accuse contro di noi giudici britannici, ci diranno che siamo di parte, ma noi facciamo solo applicare le regole della FIA", ha riportato poi GP Blog. 

 

Foto copertina x.com

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