Verstappen preda della moda dell'odio: ogni pretesto è buono per criticarlo

Sono bastati solo due Gran Premi "storti" per tornare all'attacco di Max Verstappen. Due weekend in cui suo emersi il suo eccesso di agonismo, il suo andare oltre le righe, il carattere tutto pepe e tutte quelle caratteristiche del Max "dei vecchi tempi". Di fronte a questi piccoli momenti di confusione, i tifosi non si sono fatti pregare per andare contro al campione, per sommergerlo di critiche sterili, definirlo infantile; forse perché adesso va di moda così, forse per la frustrazione accumulata da mesi in cui vinceva solo lui, per cui diventa quasi matematico non avercelo in simpatia, o forse perchè ci si ricorda dei momenti dei suoi pasticci adolescenziali. 

Eppure, il temperamento del Max attuale è molto lontano da quello del 18enne che debuttò in Red Bull, o del 20enne che fece un disastro per la Ferrari a Singapore. I pugni sul volante e i messaggi infuocati via radio sono segno di una furia agonistica, una carica di un vero e proprio cannibale che vuole conquistare ogni pole position, vittoria e giro veloce possibile, in una situazione parecchio delicata: è innegabile che la Red Bull non sia più dominante come una volta, e che l'olandese stia portando sulle spalle la maggior parte dei punti, mettendo una pezza ai limiti della macchina, ma ogni suo momento di defaillance è psicanalizzato dagli occhi del mondo, da ogni persona che non vuole altro che vederlo cadere (E la bella notizia, per chi appartiene a questa categoria, è che adesso non servono suoi DNF per avere altri vincitori). 

Sia chiaro, non è che l'olandese sia un santo, ma l'unica critica su cui ha senso essere pesanti è il fatto che guidi come se in pista ci sia solo lui (il che lo porta al 90% delle volte nei guai, perché non tutti sono disposti a lasciargli il passo), e quando fa fuori i rivali irrita parecchio. Ma allo stesso tempo è anticipato chiamare a una crisi. I suoi non sono i capricci di un bambino che non sa stare al mondo, ma di chi si è abituato ad avere tutto, e ancora oggi vuole tutto. Anzi, da questi momenti c'è la possibilità che Verstappen impari l'unica arte che ancora gli manca, ossia quella di portare a casa i punti che la macchina concede a ogni Gran Premio, che non necessariamente sono i 25 della prima posizione. 

×