2035 - Timmermans: "I ricchi aiutino i poveri a fare la svolta green"
Ieri alle 09:02 AM
Frans Timmermans, il padre del Green Deal europeo, torna a parlare della sua "creatura", a suo dire minacciata dalle distorsioni economiche che finora hanno favorito i "ricchi". Secondo l'ex vicepresidente della Commissione europea, dimessosi nell'agosto del 2023 per fare il deputato nel Paese natale, l'Olanda, finora i sussidi e i generosi bonus messi a disposizione da Bruxelles e dai Paesi dell'Unione sono finiti a benestanti "early adopter", ovvero i primi utilizzatori di elettriche, pannelli solari e nuovi sistemi di riscaldamento: uno squilibrio che ora dovrebbe essere sanato a suon di tasse. Occorre che i ricchi aiutino i poveri, sentenzia Timmermans sulle pagine del Financial Times, sottolineando il crescente costo della vita e le spese per bollette, carburante, cibo che la maggior parte della popolazione si trova ad affrontare quotidianamente.
Tassare i ricchi. Dunque, per il 63enne esponente del Partito del Lavoro-Sinistra Verde, artefice di un cambiamento epocale abbandonato proprio nel momento clou, il problema non starebbe nell'impianto che porterà, nel 2035, all'abbandono dei motori endotermici, quanto nella sua applicazione. Ecco perché a detta di Timmermans, gli stessi governi dovrebbero ora "dare sostegno ai più poveri, per sedare il crescente consenso ai partiti della destra radicale disonesti' che promettono soluzioni semplici. Affinché la transizione abbia successo, è dunque necessario un elemento di solidarietà, sul modello del sistema fiscale, con i benestanti che pagano di più.Insomma, finora hanno beneficiato di soldi pubblici le persone che non ne avevano realmente bisogno. E che ora, pur abbracciando le convinzioni green, continuano a vivere con un'impronta di carbonio e abitudini di consumo elevati. Il contrario di quanto avviene nel ceto meno abbiente, che riduce l'impronta di carbonio per necessità e non perché abbia abbracciato l'idea.
"Le Case hanno dormito per 10 anni". Quanto alle richieste di revisione della strada che porterà al 2035, Timmermans ritiene che la politica europea debba tirare dritto, respingendo le richieste dei costruttori (come fa il suo connazionale e successore Wopke Hoekstra). L'industria automobilistica ha dormito per 10 anni, mentre Cina e Corea reinventavano la mobilità elettrica. Ora si lamenta, dicendo che il modo per competere è rallentare la transizione... I cinesi monopolizzeranno il mercato. Ragioni tutte da dimostrare e che faranno saltare sulla sedia le associazioni dei costruttori. Detto questo, Timmermans riconosce almeno che la politica non è stata in grado di garantire il potenziamento delle infrastrutture della mobilità elettrica: una responsabilità grave, nel mezzo di una "rivoluzione industriale che viaggia a velocità tripla o quadrupla rispetto a quella che abbiamo conosciuto sinora".