
Guida sotto effetto di droghe: ecco cosa cambia con la nuova legge

04/18/2025 09:08 AM
Il dibattito sulla guida sotto effetto droghe ha ricevuto un’importante svolta grazie a una recente circolare ministeriale, che chiarisce le disposizioni del nuovo Codice della Strada. Questo intervento normativo segna un progresso significativo nell'applicazione della legge, in vigore da quattro mesi, introducendo un requisito fondamentale: la necessità di dimostrare un nesso temporale tra l'assunzione di sostanze stupefacenti e il momento della guida. Tale chiarimento mira a colmare lacune interpretative che avevano generato incertezze tra automobilisti ed esperti del settore.
Secondo la circolare, non sarà più sufficiente rilevare tracce residue di droghe risalenti a giorni prima, ma occorrerà provare che la sostanza sia stata assunta in un periodo vicino alla guida, tale da comprometterne le capacità. Questo approccio intende garantire che le sanzioni vengano applicate solo nei casi in cui gli effetti alteranti siano effettivamente attivi, aumentando così l'equità e la precisione nell'applicazione delle norme.
Prove scientifiche e analisi tossicologiche più mirate
La nuova normativa stabilisce che gli accertamenti si basino esclusivamente su campioni di sangue e saliva, abbandonando l'uso delle urine, che possono contenere tracce di sostanze per periodi molto più lunghi. Questo cambio di paradigma consente di individuare con maggiore precisione la presenza di principi attivi ancora in grado di influenzare negativamente la guida. Nel sangue e nella saliva, infatti, le sostanze rimangono rilevabili solo per alcune ore, rendendo le analisi più pertinenti rispetto alla sicurezza stradale.
Questo nuovo approccio scientifico rappresenta una correzione importante rispetto all'impostazione iniziale della legge, che aveva suscitato perplessità per la sua rigidità e l'assenza di riferimenti temporali. Ora, il rischio di penalizzare chi non costituisce un reale pericolo per la circolazione è notevolmente ridotto.
Il nodo irrisolto dei limiti quantitativi
Nonostante i miglioramenti, il quadro normativo presenta ancora una criticità: l'assenza di una soglia minima quantitativa per la punibilità. Ogni concentrazione di sostanza rilevata durante le analisi tossicologiche può comportare sanzioni, senza considerare la quantità effettivamente presente nell'organismo. Questo approccio di “tolleranza zero” solleva dubbi di proporzionalità, soprattutto nei casi di utilizzo di farmaci a scopo terapeutico.
La Società Italiana di Psichiatria ha espresso preoccupazione per i pazienti in trattamento con medicinali psicotropi, come ansiolitici e antidepressivi, che potrebbero trovarsi a dover scegliere tra le cure necessarie e il rischio di sanzioni alla guida. Questa problematica evidenzia la necessità di ulteriori interventi normativi per distinguere tra uso terapeutico e ricreativo delle sostanze.
Un equilibrio tra sicurezza e diritti individuali
La nuova interpretazione del nuovo Codice della Strada cerca di bilanciare la sicurezza stradale con il rispetto dei diritti individuali. Tuttavia, permangono zone grigie che richiedono ulteriori chiarimenti legislativi. In particolare, sarebbe utile introdurre parametri chiari per distinguere l'uso terapeutico da quello ricreativo, garantendo un'applicazione equa delle norme.
La circolare ministeriale rappresenta un passo avanti significativo, ma il dibattito tra esperti legali e medici prosegue. L'obiettivo è affinare ulteriormente l'approccio legislativo, assicurando che le nuove regole siano applicate in modo efficace e giusto, evitando ingiustizie o situazioni ambigue.
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