Mercato italiano - Un 2024 di stagnazione e sul 2025 regna l'incertezza

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Il 2024 è stato un anno di stagnazione per il mercato dell'auto italiano: le immatricolazionisono state 1.558.704, lo 0,5% in meno sul 2023. E per il nuovo anno, leggendo i commenti delle associazioni e degli esperti, le prospettive non sono positive. Regna, infatti, l'incertezza, anche per l'entrata in vigore dei nuovi limiti alle emissioni di CO2 e del relativo regime sanzionatorio. 

Anfia e Unrae. "Ci aspettiamo un 2025 ancora difficile e incerto, afferma il presidente dell'Anfia, Roberto Vavassori, ponendo l'accento su uno dei temi caldi del momento per l'industria automobilistica europea: " necessaria una revisione urgente del percorso che porterà al 2035 e oltre. Da questa prospettiva, supportiamo fortemente il lavoro del governo con il non-paper del Mimit e il lavoro di Acea e Clepa per modificare in chiave di flessibilità e neutralità tecnologica l'attuale normativa". Di questioni europee parla anche l'Unrae, sottolineando come la bassa penetrazione dei veicoli elettrici continui "a sollevare serie preoccupazioni sul raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni previsti dai regolamenti". L'associazione delle Case estere sottolinea quindi "l'insostenibilità dei target in vigore dal 2025, che potrebbero comportare per i costruttori sanzioni stimate dall'Acea in circa 16 miliardi di euro solo nel primo anno".  

Csp e Dataforce. Parlando di prospettive per il settore "certamente non positive", anche il Centro Studi Promotor lancia accuse a Bruxelles, definendo "catastrofico" l'effetto delle eventuali multe. Per questo, il presidente Gian Primo Quagliano sollecita l'Unione a erogare non sanzioni, ma "aiuti alle Case tali da compensare i danni prodotti dalla politica adottata dall'Unione nella transizione energetica". Ancor più duro il commento di Salvatore Saladino, Country Manager di Dataforce Italia: "Sono convinto che le multe del 2025 verranno cancellate, ma resto sempre più sconcertato dalle affermazioni di alcuni esponenti della politica europea che ripetono che non cambierà nulla. Che i Paesi Bassi siano la fabbrica più produttiva di oltranzisti green è un fatto, che un paese praticamente senza produzione automobilistica condizioni il destino della filiera industriale automotive europea è uno scandalo", aggiunge Saladino. "Ma il virus olandese non rende meno colpevoli i suoi seguaci, anzi: le emissioni europee di CO2 da fonte fossile (fonte GCP-Global Carbon Project) sono già adesso la metà degli Stati Uniti e un quinto della Cina e continuano a scendere, ma nessun nostro ulteriore miglioramento avrà il benché minimo effetto sul bilancio globale perché adesso tocca alla Cina e fra poco anche all'India aumentare esponenzialmente le loro emissioni per raggiungere il benessere conquistato dai Paesi occidentali. Il paradosso è che la salvezza dell'Europa è ormai in mano ai capitali cinesi, l'Europa si avvia a diventare una colonia produttiva di Pechino: grazie Olanda, grazie Europa, grazie a tutti i vostri follower".

Federauto e Motus-E. Anche Federauto, l'associazione dei concessionari, sollecita una "revoca" delle sanzioni per evitare conseguenze "pesantissime, non solo per i costruttori", e si rivolge soprattutto alle istituzioni italiane: oltre ad attaccare una strategia degli "incentivi tardiva e occasionale" e tale da "disorientare il mercato più che a sostenerlo", Federauto chiede una "politica fiscale equa e condivisa, che metta ordine nella giungla delle imposizioni che gravano sugli autoveicoli e ridistribuisca più razionalmente il carico". Segnalano la necessità di azioni mirate per le quattro ruote anche l'Unrae, con il presidente Michele Crisci che rileva "l'inadeguatezza di una politica solo di supporto alla produzione senza una congrua, coerente e continuativa attenzione di sostegno al mercato delle nuove tecnologie". Per Motus-E, "il generalizzato affanno del mercato auto italiano, lontanissimo ormai dai livelli pre-Covid, testimonia l'urgenza di un'azione corale per proteggere e rilanciare tutti insieme il settore automotive nazionale: serve una politica industriale chiara e pragmatica, che aiuti la filiera a evolversi e a innovare".

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