Santo Ficili - "Porterò Maserati e Alfa Romeo dove meritano di stare"

Santo Ficili è il nuovo responsabile dei marchi Maserati e Alfa Romeo: al Salone di Parigi, il top manager ci ha concesso una delle sue prime interviste nel suo nuovo ruolo. Ovviamente, Ficili non si può ancora sbilanciare, ma non ha mancato di darci delle indicazioni sui suoi compiti ("La missione che mi ha dato Tavares è portare i due marchi dove meritano di stare") e su alcuni temi caldi, come la situazione dell'industria dell'auto e il futuro della mobilità elettrica in Italia.

Quando è stata comunicata la sua nomina alla guida di Alfa Romeo e Maserati, molti hanno pensato a un'ipotesi che circola da tempo: creare il polo del lusso. Quante sono le possibilità che l'idea si concretizzi?
Innanzitutto, devo dire che sono assolutamente entusiasta e onorato di coprire questa posizione, perché sono un figlio di Fiat: lavoro in azienda da 40 anni. La missione che mi ha dato Carlos Tavares è di portare i due brand là dove meritano di stare. Jean-Philippe Imparato ha fatto un lavoro splendido su Alfa Romeo. Quindi io devo solo continuare il percorso che Imparato ha tracciato, con tutti i lanci in arrivo e quelli già previsti, cioè le nuove Stelvio, Giulia e Tonale, uno per anno. Su Maserati c'è un gran lavoro da fare perché dobbiamo riportare il brand nel segmento luxury, dove deve essere. Inoltre, bisogna anche ricostruire la parte emotiva della squadra di persone fantastiche che abbiamo a Modena e a Torino. Non c'è nessuno che dice di legare i due brand in maniera diretta, perché fanno un lavoro diverso: Maseratiè lusso, Alfa è premium sportivo, quindi non si possono mischiare. Poi una ricerca di sinergie, come è corretto che ci sia, va sempre considerata. Peraltro, la Grecale nasce dalla stessa piattaforma Giorgio della Stelvio, opportunamente modificata per ospitare powertrain termici, ibridi ed elettrici: quindi non c'è niente di nuovo, è una cosa che abbiamo già iniziato a fare nel passato visto che produciamo le due vetture assieme, a Cassino. Dunque, se è possibile trovare delle sinergie ben vengano. Anche sulla piattaforma Large che abbiamo adesso come gruppo Stellantis, si può immaginare di sviluppare qualche cosa.  

 

Tavares ha spiegato che Maserati sta affrontando delle difficoltà nel marketing: è un problema solo in Cina o generale?
Ho sempre detto che il marketing è come una luce: se funziona bene, sono i clienti a generare vendite e risultati economici. Per riportare Maserati dove merita di essere, il marketing è fondamentale: in questo ha ragione l'ingegner Tavares. Se noi sbagliamo le attività di marketing, che non è solo comunicazione, ma anche questione di posizionamento, di prezzi, di attività dei concessionari, i risultati non arrivano. La gamma prodotto, secondo me, è fantastica.

Non manca qualcosa all'interno del portafoglio prodotti della Maserati? E di Alfa cosa ci può dire?
Sì, manca qualcosa perché abbiamo terminato la produzione della Ghibli e della Quattroporte alla fine del 2023 e della Levante nel primo trimestre di quest'anno, anche se abbiamo ancora dei prodotti disponibili a stock. Sicuramente bisogna lavorare. Magari nell'ottica della sinergia qualcosa possiamo inventarci. In ogni caso, abbiamo altre macchine fantastiche. Quanto all'Alfa, sul piano dei prodotti per i prossimi tre anni siamo coperti: prima arriverà la Stelvio, poi la Giulia e quindi la Tonale. Intanto, la Juniorsta consolidando la sua presenza sul mercato: abbiamo già raccolto 10.000 ordini e i dealer sono molto soddisfatti.

Ha aiutato anche la diatriba per il nome, no?
Si, ci ha aiutato perchè abbiamo avuto un piano di comunicazione gratuito. In ogni caso, Junior è il nome giusto per la vettura.

Cosa pensa dell'attuale rallentamento delle immatricolazioni in Italia?
Il mercato è il cliente che va a comprare la macchina. In questo momento i clienti, non soltanto quelli di Stellantis, sono confusi. Siamo in una fase di transizione molto forte verso l'elettrico, ma tra Ice, Bev, mild hybrid o Phev c'è tanta confusione. Per questo, attraverso la forza di vendita, dobbiamo guidare il cliente nel fare la scelta giusta. E la scelta giusta è quella che, come Casa costruttrice, deve consentirci di rispettare i livelli di emissioni che ci impone la Comunità europea.

A proposito di elettriche, secondo Lei è stato il raggiunto o no il plafond dei clienti potenziali?
No, e mi spiego meglio. Tutte le Case devono rispettare dei livelli di emissioni. Per farlo dobbiamo necessariamente andare verso l'elettrico, perché ha emissioni zero. Non abbiamo ancora ricevuto definitivamente quelli che sono i nostri target, perché mi sembra che ci sia ancora qualcosa in ballo a Bruxelles, però è una questione che influirà sul mix d'offerta e quindi sulle scelte del cliente, perché per rispettare un certo mix spingeremo un prodotto rispetto a un altro.

La stessa cosa l'ha detta di recente l'Acea tramite il presidente Luca de Meo.
Questo è il problema, perché saremo costretti a raggiungere dei livelli di mix di veicoli elettrici. Se il numero assoluto di Bev non sale e dobbiamo rispettare una data percentuale, necessariamente bisognerà sacrificare qualcos'altro, altrimenti saremo obbligati a pagare milioni di euro. Se non verranno rispettati i limiti, tutto il settore rischia di bruciare miliardi.

Quanto è complessa l'attuale situazione del settore rispetto, per esempio, al 2008-2009 o al 2011?
Nell'automotive, come altrove, siamo abituati a una curva di tipo sinusoidale, per cui ci sono momenti positivi e negativi. Per un motivo o per un altro si presentano delle crisi e la domanda cala. In questo preciso momento, il principale fattore negativo è rappresentato da una transizione che desta preoccupazioni tra i clienti. C'è un gap di incertezze in più. Incentivi sì, incentivi no, il governo li annuncia e poi non arrivano. Così si determina solo incertezza. Basti pensare a cosa è successo nel 2023: il ministro delle Imprese ha comunicato l'arrivo degli incentivi alla fine dell'anno e li ha confermati a febbraio. Poi sono arrivati a giugno e in un solo giorno il plafond per i veicoli elettrici è stato esaurito. Capita quando crei l'attesa. Ora dobbiamo gestire questa incertezza che serpeggia tra i clienti.

Secondo lei qual è il peggior periodo affrontato dal settore negli ultimi decenni?
Di periodi negativi ce ne sono stati tanti, ma ci sono stati pure dei momenti di picco, per esempio nel 2012 sono stati immatricolate due milioni e mezzo di autovetture anche grazie agli incentivi del momento. Quindi quando il sistema funziona, il cliente compra la macchina, però poi lo paghi dopo. Al contrario bisogna sempre costruire un qualcosa di stabile o che comunque non crei traumi. Marchionne diceva che gli incentivi sono come una droga per il mercato. Droga è forse la parola sbagliata, ma possiamo dire che gli incentivi sono una medicina e per questo va regolata e gestita al meglio.

Dalle sue parole traspare fiducia, sbaglio?
Per mia natura sono positivo. Sicuramente se le cose vengono definite bene, il ciclo diventa di nuovo positivo. Se parliamo di elettrico, l'Italia è il fanalino di coda in Europa: con il 5% del totale c'è poco da fare.  evidente che il cliente debba anche beneficiare di un sostegno del governo, considerando che noi abbiamo dei costi pazzeschi legati ai fornitori e all'energia. E poi c'è anche il tema delle infrastrutture di ricarica, con aree dove non sanno neanche cosa sono le colonnine e altre un po' più evolute. A ogni modo, io sono fiducioso perché penso che un po' alla volta, una volta definite le regole, andremo nella direzione giusta.  

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