Transizione ecologica - Lidea del governo: "Introduciamo le kei car anche in Europa"
Ieri alle 06:00 AM
In un report pubblicato nei giorni scorsi, intitolato La transizione tecnologica dell'automotive italiano - Analisi della filiera, aspetti tecnologici e strumenti di policy, il ministero del Tesoro analizza la situazione dell'industria automobilistica italiana, con particolare riguardo alle difficoltà e ai ritardi accumulati dal nostro Paese nel percorso verso l'elettrificazione del parco circolante. La soluzione, o almeno una delle varie? Fare come il Giappone e darsi alle kei car.
Italia fanalino di coda. I problemi, si legge nel documento di via XX Settembre, sono legati in particolare al disorientamento dei consumatori, dovuto al costo eccessivo, alla carenza di infrastrutture di ricarica, e alle criticità tecnologiche che interessano le auto elettriche (soprattutto autonomia e tempi di ricarica), ma anche alla eccessiva concentrazione della produzione nazionale di auto elettriche, con una sola casa produttrice e un solo modello di massa assemblato in Italia che, per quanto di successo, alimenta incertezze sul ruolo della Penisola nel futuro sostenibile dell'automobile. A questo si aggiungono i ritardi nella creazione di gigafactory per la produzione di batterie, un ambito nel quale l'Italia è indietro su tutti e tre i progetti previsti (Italvolt, Terevola e Termoli), tra cui il più importante (Termoli), è stato recentemente accantonato.
Le proposte del governo. Nel suo rapporto, il ministero del Tesoro auspica quindi la nascita di un Piano strategico nazionale per l'industria automobilistica italiana che indichi gli obiettivi da raggiungere e gli strumenti da introdurre per favorire la transizione della filiera nei prossimi anni. In particolare, due sono le misure da attuare in tempi rapidi per attenuare le difficoltà che la filiera ha fino ad ora incontrato: la prima riguarda il rinnovo di incentivi all'acquisto di auto parzialmente elettrificate (in particolare le auto full hybrid o plug-in) nei grandi centri urbani, vincolando l'acquisto all'introduzione di strumenti che rivelino il tipo di carburante utilizzato (elettricità o combustibili fossili) durante l'impiego, così da disincentivare l'uso in modalità endotermica.
Le kei car. La seconda proposta riguarda l'introduzione di una nuova categoria di piccole autovetture esclusivamente elettrificate dedicate agli spostamenti urbani, che consenta di sfruttare sia i vantaggi dei quadricicli elettrici (in termini di costo, peso e dimensione delle batterie), sia quelli delle citycar (in termini di versatilità d'uso e numero di passeggeri). L'esempio", continua il governo, "potrebbe provenire da quanto fatto dal Giappone durante gli anni 50 con l'introduzione delle kei car, piccole auto limitate in termini di potenza e dimensione (non più lunghe di 3,40 metri e non più larghe di 1,48 metri) che hanno garantito un'iniziale protezione di mercato necessaria a un rapido sviluppo del settore nel Paese. In pratica, nel suo documento il ministero sposa interamente la proposta più volte portata avanti da Luca de Meo, presidente di Acea, che da tempo chiede ai governi di creare normative specifiche per consentire l'introduzione sul mercato di piccole elettriche da città, proprio come le kei car giapponesi, e al tempo stesso sollecita i costruttori europei a dare vita a un'alleanza, stile Airbus, che si concentri sulla produzione di citycar elettriche.
Un'alternativa vantaggiosa. La diffusione di queste autovetture, prosegue il documento, dopo una definizione armonizzata delle sue caratteristiche in ambito europeo (dimensioni, peso, prestazioni, numero di passeggeri, età di accesso al suo utilizzo, etc.), potrebbe essere favorita attraverso piani di incentivo all'acquisto o introducendo vantaggi di varia natura nell'impiego in città (ricariche e parcheggi gratuiti o a prezzo calmierato, azzeramento della tassa di possesso, maggior accessibilità nelle zone a traffico limitato). I vantaggi in termini di autonomia strategica e bilancia commerciale a favore dei paesi dell'Unione Europea sarebbero garantito dalla presenza di pacchi batteria molto più piccoli (meno di 20 kWh) e leggeri (meno di 50 kg) che, in ultima analisi, potrebbero favorire la diffusione del battery swapping (cambio istantaneo della batteria presso i distributori), particolarmente strategico in ambiti urbani per la minor domanda di colonnine pubbliche e wall box private che ne deriva.