Volkswagen - La famiglia Porsche-Piech spinge per la chiusura delle fabbriche

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Spuntano nuove indiscrezioni sulle divisioni in seno al consiglio di sorveglianza del gruppo Volkswagen: secondo il Financial Times, la famiglia Porsche-Piech, maggiore azionista del costruttore tedesco, sarebbe sempre più preoccupata dalla mancanza di progressi nel processo di ristrutturazione della Casa di Wolfsburg e pertanto starebbe facendo pressioni per chiudere diverse fabbriche tedesche. 

Lo scontro. La posizione della famiglia è, ovviamente, divergente da quella degli altri componenti del consiglio di sorveglianza e in particolare dei membri che rappresentano i lavoratori e il Land della Bassa Sassonia. Tuttavia, gli eredi del fondatore Ferdinand Porsche ritengono "necessario ridimensionare l'azienda per raggiungere la competitività a lungo termine". I vertici della Volkswagen e i rappresentanti dei lavoratori sono da mesi in trattative sul rinnovo del contratto di lavoro e sul piano di risparmi, ma finora il tavolo dei negoziati si è rivelato inconcludente, aumentando i rischi di scioperi, ancor di più se non sarà raggiunto entro Natale il compromesso auspicato dal sindacato IG Metall. Insomma, la situazione non è rosea. Lo dimostra anche la decisione presa pochi giorni fa dalla holding dei Porsche-Piech: il veicolo ha anticipato una svalutazione della partecipazione nella Volkswagen (detiene il 32% circa del capitale e oltre il 53% dei diritti di voto) per un valore tra i 7 e i 20 miliardi di euro e di quella nella Porsche per 1-2 miliardi. Soprattutto, ha cancellato le precedenti previsioni su profitti annuali tra 2,4 e 4,4 miliardi di euro a causa di attese per un risultato netto "significativamente negativo".  

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