Campionato Italiano Assoluto Rally 2025: tra storia, tradizione e novità
Oggi alle 04:21 AM
Il Campionato Italiano Assoluto Rally Sparco 2025 si disputerà sulla distanza di sette appuntamenti, tutti su asfalto, tra marzo ed ottobre, con la sosta estiva prevista per il mese di agosto. Un calendario ormai “classico” per il CIAR che, anche quest'anno, si aprirà con il Rally Il Ciocco e Valle del Serchio e si concluderà con il Rallye Sanremo. Quest'ultima, insieme alla Targa Florio ed al Rally di Roma Capitale, valido anche per l'ERC, sarà una delle tre gare a coefficiente 1.5. Completano il calendario i confermati Regione Piemonte, Due Valli e la "new entry", il Rally del Lazio, promosso dal Trofeo Italiano Rally alla massima serie Tricolore.
Questo il calendario del CIAR 2025:
RALLY IL CIOCCO E VALLE DEL SERCHIO
La passione per lo sport e l'intuito di Guelfo Marcucci, insieme all'esperienza nei rally di Siropietro Quaroni, Presidente dell'A.C. Pavia, mente e cuore del mitico rally Quattro Regioni: cosi nasce, i primi di dicembre del 1976, il Rally del Ciocco. Una gara che va in scena da oltre 40 anni, quasi cinquanta, sulle cui prove speciali sono state scritte pagine importanti della storia dei rally tricolori. Un debutto complicato, reso difficile sia dal periodo, l'inverno, che dal meteo inclemente, con l'albo d'oro "inaugurato" dall'equipaggio Tony Carello-Arnaldo Bernacchini sulla mitica Lancia Stratos. In un periodo in cui, anche in Italia, esplode la passione per il fantastico sport chiamato rally. Da subito la gara garfagnina conquistò sul campo lo status di gara inaugurale della stagione poi, nel tempo, sempre più importanza internazionale.
Nel 1977 di nuovo la vittoria di una Stratos, quella guidata dal giovane veneto emergente Adartico Vudafieri, "Vuda", in coppia con Claudio Salvador, in un'edizione in cui sale alla ribalta il nome di un biondo pilota tedesco, a bordo di una Opel Kadett Gte, Walter Rohrl che diverrà uno dei grandissimi della storia dei rally mondiali. Vudafieri vinse al Ciocco anche nei tre anni successivi, nel 1978 sempre con la Stratos e nelle due successive occasioni con la Fiat 131 Abarth. Nel 1979, a leggere le note a Vudafieri, un giovanissimo Maurizio "Icio" Perissinot. Che vincerà di nuovo, due anni dopo, a fianco di Attilio Bettega, e che diverrà uno dei navigatori più bravi del mondo. Appeso il casco al chiodo, qualche anno dopo, "Icio" diverrà un punto di riferimento prezioso, per la sua esperienza e per le sue idee innovative, fino alla sua troppo prematura scomparsa, alla fine del 2004.
A cavallo tra gli Anni Settanta ed Ottanta il Rally del Ciocco consolida la sua importanza anche a livello internazionale, acquisendo la validità per il Campionato Europeo. Il Campionato Italiano Rally del 1981, uno dei più combattuti di sempre, con la sfida tra gli squadroni Fiat ed Opel, visse al Ciocco uno dei momenti chiave del serrato confronto, con Vudafieri, sulla Fiat 131 Abarth, contrapposto a Tony Fassina con la Opel Ascona 400. Ma nel duello, al Ciocco, si inserì di prepotenza, vincendo con autorità, l'indimenticato Attilio Bettega, in coppia con Perissinot, con la 131 bianca-azzurra ufficiale.
Nel 1982 la gara toscana vede una "trasformazione", con il passaggio alla versione tutto-asfalto e la vittoria di Tonino Tognana sulla Ferrari 308 Gtb prima di andare incontro ad uno stop forzato, a causa dell'incertezza politica del Paese, negli anni 1983-1984, tornando nell'85, con validità solamente internazionale, ed aprendo l'albo d'oro a Gianfranco Cunico che si ripeterà anche nel 1986 con la Lancia Rally 037. Per il vicentino un totale di sei vittorie nella gara garfagnina, un record rimasto a lungo imbattuto.
Sul finire degli anni Ottanta il Ciocco torna nel Tricolore, vedendo la vittoria di Cunico-Sghedoni su Ford Sierra Cosworth nel 1988, Romeo Deila-Giachino su Lancia Delta 4WD nell'89 ed il bis-Peugeot nel 1990, con Aghini-Farnocchia primi, seguiti da Fabrizio Fabbri e Paolo Cecchini, entrambi su Peugeot 405 MI 16.
Negli Anni Novanta si affermano "nomi" quali "Pigi" Deila, di nuovo Cunico, "Gibo” Pianezzola, Piero Longhi, Andrea Navarra e, nuovamente, Andrea Aghini e vetture come Lancia Delta Integrale, Ford Sierra Cosworth 4×4, Toyota Celica, Ford Escort Cosworth, Subaru Impreza, Toyota Corolla WRC.
Dopo la vittoria di Piero Longhi-Lucio Baggio sulla Corolla WRC nel 2000, l'anno successivo sale alla ribalta, per la prima volta al Ciocco, Paolo Andreucci sulla Ford Focus WRC che, sempre nel 2001, vincerà il primo titolo Italiano della sua carriera.
Nel 2003, dopo la vittoria di Travaglia-Zanella l'anno prima, sulla Peugeot 206 WRC, FIAT torna a vincere il Rally del Ciocco: 22 anni dopo il trionfo di Bettega è Giandomenico Basso, in coppia con Mitia Dotta, a trionfare con la Fiat Punto Super 1600. La Casa torinese farà poi debuttare, nel 2006, nella gara garfagnina, la Punto Abarth Super 2000: debutto vincente con al volante Paolo Andreucci ed Anna Andreussi alle note.
Scorrendo l'albo d'oro della gara, si può notare che Vudafieri ha trionfato in quattro edizioni consecutive, stesso numero di vittorie per Piero Longhi, Giandomenico Basso ed Andrea Crugnola, ancora più a suo agio Franco Cunico che conta ben sei sigilli ma il recordman assoluto della gara è il pilota di casa, Paolo Andreucci, che vanta ben otto vittorie assolute, dodici podi e novanta prove speciali vinte nella gara toscana.
Nelle ultime stagioni il Ciocco ha regalato anche diverse "sorprese" come la vittoria del 2015 di Alessandro Perico, alla guida di una Peugeot 208 T16, la prima assoluta di Simone Campedelli con la Ford Fiesta nel 2017 e le vittorie di Andrea Crugnola nel 2020, l'anno del suo primo titolo Assoluto, nel 2022, 2023 e 2024, intervallate dal trionfo di Thierry Neuville nel 2021.
Fonte:Rally Il Ciocco
RALLY REGIONE PIEMONTE
Alba e l'albese, hanno visto nascere una competizione sportiva che, partendo da Alba ed attraversando le Langhe, ha voluto premiare e promuovere la tradizione motoristica della zona, i tanti appassionati e piloti: il Rally di Alba.
Una gara tornata a rivivere nei primi Anni Duemila, grazie all'impegno ed alla passione dell'Associazione Cinzano Rally Team, con il supporto delle Amministrazioni e degli sponsor locali. Il primo Rally di Alba e della Langhe andò in scena nella notte tra il 2 ed il 3 giugno 1979, puntando «tutto sul sapore delle corse genuine di una volta con terra a volontà su tutte le undici prove speciali» come scriveva su Autosprint Guido Rancati.
Il primo ad iscrivere il suo nome nell'albo d'oro fu Dario Cerrato, navigato da Dezzani e a bordo di una Opel Kadett gruppo 2. Nel 1980 si imposero i fratelli Andrea e Luca Betti, con una Lancia Stratos preparata da Maglioli, ma l'edizione del 1981, fu quella dei record: la gara, valida per il Campionato Rally Nazionali, catalizzò l'attenzione di tutto il rallismo del Nord Italia con 199 equipaggi al via e la vittoria, dopo un appassionante duello tra Filippi e Demela, entrambi su Lancia Stratos, e Riva-Gerbaldo con I'Ascona 400, dopo un'intera notte di battaglie sportive andò al primo. L'ultima edizione storica del Rally di Alba e delle Langhe è quella del 1982, con la vittoria di Cassinis su Lancia Stratos, poi, dal 1983 e per tre edizioni, la gara si spostò a Diano D'Alba prendendo il nome di Rally Doc.
Altre tre edizioni, tra il 1989 ed il 1991, portarono il nome di Rally di Cinzano poi, nel 2001, il ritorno del Rally di Alba. Nel 2002 la validità per la Coppa Italia, il pieno di iscritti, con 130 vetture al via, ed un bei tocco di intemazionalità, grazie alla presenza in gara del giovanissimo equipaggio Mikko Hirvonen–Jarno Lehtinen, a bordo della Ford Puma Super 1600 del Team Astra. Nel 2004 è un ex campione italiano, "Pigi" Deila a vincere, su Fiat Punto Super 1600. L'anno successivo il Rally di Alba fa un primo "salto di qualità" ottenendo il coefficiente 1,5 per la Coppa Italia.
A fine 2006 la "notizia bomba", con il Rally di Alba promosso nel Trofeo Rally Asfalto con l'edizione del 2007 che vedrà trionfare Roberto Botta-"Gil" Calleri su Peugeot 206 WRC e di nuovo "Pigi" Deila, sulla stessa vettura, l'anno successivo.
Dopo lo stop della gara, dal 2009 al 2014, il Rally di Alba torna a disputarsi nel 2015 fino ad ottenere una "nuova promozione" nel 2019: da quell'anno e fino al 2021 la validità per il Campionato Italiano WRC, con le vittorie del "Cannibale" Sebastien Loeb, dell'indimenticato Craig Breen e di Luca Rossetti, nel 2022 e 2023 la validità per il TER, con i successi di Gryazin e di Andrea Crugnola, fino ad arrivare all'edizione dello scorso anno che ha visto trionfare, per la prima volta in Italia, la Toyota GR Yaris Rally2 di Giandomenico Basso-Lorenzo Granai. Per la cronaca, nelle ultime due edizioni la gara albese ha assunto l'attuale denominazione di Rally Alba-Rally Regione Piemonte.
Fonte: RA-Rally Regione Piemonte
TARGA FLORIO
Il Rally Targa Florio, in dialetto siciliano "A cursa", è da considerarsi la continuazione ufficiale dell’antichissima Targa Florio che, nel 1978, assunse la conformazione di rally per motivi di sicurezza. Tutto questo a seguito del tragico incidente, avvenuto domenica 15 maggio 1977, mentre si stava correndo la sua 61° edizione: la Osella-BMW pilotata da Gabriele Ciuti uscì di strada, travolgendo gli spettatori e causando la morte di due di loro e tre feriti. Nel 2024 ha raggiunto il traguardo della 108° edizione, essendo di fatto la corsa automobilistica più antica al mondo.
Il tracciato delle Madonie è rimasto pressappoco lo stesso della Targa Florio tradizionale, con la suddivisione del percorso in prove speciali ed un riscontro sempre molto da parte del pubblico ed i partecipanti. Una gara dalle alte velocità medie, rispetto alle altre gare italiane, e caratterizzata da una certa "dose di pericolosità" che l'ha vista essere purtroppo protagonista di alcuni episodi tragici negli ultimi anni: nel 2012 il grave incidente di Craig Breen, a bordo della Peugeot 207 Super 2000, con la vettura che è uscita di strada, andando a colpire il guard-rail, causando la morte sul colpo del copilota Gareth Roberts. Nel 2017 è stata tragicamente cancellata per un terrificante incidente mortale che riaprì pesantemente il dibattito sul livello di sicurezza delle prove speciali della Targa.
Il primo vincitore della Targa, dal momento in cui divenne rally, nel 1978, fu Carello su Lancia Stratos. Tra i piloti che vantano il maggior numero di vittorie Cerrato che, a bordo di diversi modelli Lancia, ha trionfato per ben 4 volte, nel triennio 1985-1987 e nel 1989. Cinque volte sul gradino più alto del podio Cunico, vincitore nel 1983, 1993,1994, 1996 e 1999. Ma il pilota che detiene il maggior numero di vittorie alla Targa Florio è il pluri Campione Italiano Paolo Andreucci, con ben 10 successi: nel 2016 la sua decima, e finora ultima, affermazione, partendo dalla prima nel 1997 con la Renault Megane, nel 2003 e 2004 alla guida della Fiat Punto S1600, nel 2006 e 2007 rispettivamente a bordo di Abarth Grande Punto S2000 e Mitsubishi Lancer, nel 2011 vince con la Peugeot 207 S2000 poi il poker di vittorie consecutive, dal 2013 al 2016, oltre che con la S2000 anche con la nuova Peugeot 208.
Nella storia più recente da ricordare il trionfo del locale Andrea Nucita, nel 2018, a bordo della Hyundai i20 R5, nel 2019 la "prima volta" in terra siciliana di Simone Campedelli, nel 2020, 2023 e 2024 il successo di Andrea Crugnola, su Citroen C3 Rally2 con, in mezzo, le vittorie delle Skoda di Giandomenico Basso, nel 2021, e di De Tommaso nel 2022.
RALLY DUE VALLI
Un rally ricco di storia, una gara nata, grazie all'Automobile Club Verona, nel 1972, l'anno in cui i rally italiani vivevano la "magia" della vittoria di Sandro Munari al Montecarlo.
La storia del Due Valli vede l'affermazione, nella sua prima edizione, di Fulvio Bacchelli su Porsche 911S, continuando poi con la presenza, ed i successi, di nomi scritti nell'Olimpo dei rally: Tony Fassina, Adartico Vudafieri, "Lucky", Andrea Aghini, Miki Biasion, Franco Cunico, Franco Uzzeni, Andrea Zannussi, oltre a tanti "piedoni pesanti" veronesi come Vanni Pasquali, Pietro Zumerle, Emanuele Arbetti, Daniele Fiocco ed Umberto Scandola.
Veri e propri "templi del rally" lungo le prove speciali:Santissima Trinità, con il suo dosso ingannevole, i tornanti di Montecchio sopra a Grezzana, le luci dei fari nella notte di Ca' del Diaolo, i passaggi a Sprea, la Valpantena e la più recente Val d'Illasi. Nomi che a molti forse non dicono nulla, ma che a Verona, ed in tanti appassionati, accendono ricordi indelebili.
Una manifestazione che punta sempre in alto, offrendo uno spettacolo unico nel Campionato Italiano e nel Campionato Italiano WRC prima, un rally che vede nel suo albo d'oro, negli anni più recenti, le vittorie di piloti del calibro di Paolo Porro, Paolo Andreucci, Luca Rossetti, Giandomenico Basso, Stefano Albertini ed Andrea Crugnola.
Fonte: Rally Due Valli
RALLY DI ROMA CAPITALE
Il Rally di Roma Capitale festeggerà quest'anno la 13esima edizione di una gara che, prima di affrontare le speciali che compongono la gara, vede gli equipaggi protagonisti nel cuore della città eterna: la spettacolare prova inaugurale al Colosseo e la scenografica e prestigiosa parata per le vie del centro storico di Roma sono uno dei momenti più attesi dell'intero Campionato Italiano e, dal 2017, dell'Europeo. Dopo la parentesi iniziale, l'azione si sposta poi nella zona di Fiuggi e nell'entroterra.
Il vero e proprio antenato del Rally di Roma, per come si sviluppa oggi, è proprio il Rally di Fiuggi che partiva dal Colosseo e terminava alle Terme di Bonifacio VIII, toccando paesi come Cave, Capranica, Subiaco, Arcinazzo.
Il 1985 un'importante svolta per la gara: diventa una competizione ad invito, con la vittoria dell'equipaggio Diana-Lucente a bordo di Opel Manta 400, seguita, nel 1986, dal successo di Tabaton-Tedeschini su Lancia Delta S4. Da ricordare anche la vittoria, nel 1993, ottenuta dall'indimenticabile Giuseppe "Pucci" Grossi, affiancato da Amadori.
Nel 2013, grazie a Max Rendina, Roma torna ad essere teatro di questo evento rallystico e la gara assume la denominazione attuale, celebrando la vittoria di "Dedo"-Chiarcossi su Ford Focus WRC. Nel 2015 la manifestazione capitolina ottiene la validità per il Campionato Italiano, con la vittoria di Umberto Scandola e Guido D'Amore su Skoda Fabia R5 che si ripetono anche l'anno successivo.
Dal 2017 il Rally di Roma Capitale è valido addirittura per l'European Rally Championship, scrivendo nel proprio albo d'oro i nomi di piloti come Bryan Bouffier, vincitore quello stesso anno, Alexey Lukianuk nel 2018 e 2020 e degli italiani Giandomenico Basso (2019 e 2021), Damiano De Tommaso nel 2022 ed Andrea Crugnola, vincitore delle ultime due edizioni.
Fonte: Rally di Roma Capitale
RALLY DEL LAZIO
L'annuncio dell'inclusione del Rally del Lazio nel Campionato Italiano Assoluto Rally Sparco 2025 segna una svolta storica per la manifestazione. La gara è la più recente di tutto il calendario, quest'anno vedrà andare in scena la sua ottava edizione, ma ha visto una rapida crescita negli ultimi anni, rappresentando un esempio di eccellenza organizzativa e di collaborazione per portare la competizione ai massimi livelli nazionali.
Con questo inserimento, la Regione Lazio rafforza la propria presenza nel panorama rallystico nazionale, affiancando al celebre Rally di Roma Capitale un altro evento di rilievo assoluto. Un riconoscimento per il territorio, da sempre appassionato e ricettivo, ma anche per la dedizione ed il lavoro costante che hanno trasformato il Rally del Lazio in un appuntamento di punta, dopo aver ospitato, nel 2022 e 2023, la finale della Coppa Italia Rally e, nel 2024, il Trofeo Italiano Rally.
Un albo d'oro che vede, nelle prime edizioni, quando la gara si chiamava "Rally Basso Lazio", e fino al 2018 le vittorie dei piloti locali Antonio Pascale, Fabio Gianfico, Mario Sulpizio e Gianluca D'Alto. Poi le affermazioni, ed il relativo trionfo nella Finale Unica di Coppa Italia, di Marco Signor nel 2022 e Giuseppe Testa nel 2023, con il driver molisano che si è poi ripetuto nel 2024, vincendo la prima edizione valida per un Campionato Tricolore, il TIR.
Fonte: Rally del Lazio-Cassino
RALLYE SANREMO
Una gara che ha fatto la storia del rally, forte di un passato in cui la gara ligure rappresentava l'Italia nel Campionato del Mondo Rally, prima di lasciare spazio alla Sardegna.
Nato nel 1928, il Rally Internazionale di Sanremo si corse anche l'anno seguente poi fu sospeso per riprendere nel 1961 con il nome di Rally dei Fiori. Dal 1973 e fino al 2003 è sempre stato nel calendario del Mondiale Rally, ad eccezione del 1995 quando l'evento fu valido solamente per il Mondiale Costruttori e fu vinto da Piero Liatti su Subaru Impreza. Nel 2004 il Sanremo perde il titolo di Rally d'Italia, da allora destinato alla tappa del WRC in Sardegna.
Nonostante ciò, da quell'anno in poi, ha sempre fatto parte del calendario dei campionati più importanti, oltre all'Italiano è stato valido per l'Intercontinental Rally Challenge e dell'Europeo e nel suo albo d'oro figurano "nomi pesanti" come quello del "Drago" Munari, vittorioso nel 1974 su Lancia Stratos HF, Antonio Fassina, sempre su Stratos nel 1979, Miki Biasion con 3 vittorie consecutive dal 1987 al 1989, a bordo della fantastica Lancia Delta, passando poi per Markku Alen, Walter Rohrl, Michele Mouton, Didier Auriol, Colin McRae, Tommi Makinen, Gilles Panizzi fino a Sebastien Loeb, vincitore dell'ultima edizione Mondiale del 2003.
E come non ricordare la straordinaria vittoria di Gianfranco Cunico nel 1993, con la Ford Escort RS Cosworth, il secondo pilota italiano, dopo Fassina, a vincere il Sanremo mondiale con una vettura privata.
Il Rally di Sanremo, nei "tempi d'oro", si presentava misto, con l'asfalto ligure e la trasferta, fino a Toscana, Umbria e Marche, per le tappe su sterrato, ma dal 1997 si è trasformato, e si è sempre corso, interamente su asfalto. Nel 2005 è stata reintrodotta la mitica "Ronde" di Monte Bignone, sospesa dal 1985, uno dei tratti cronometrati più affascinanti della storia del rallysmo italiano che, con i suoi oltre 40 km, è uno dei più lunghi ed affascinanti al mondo, toccando i comuni di Perinaldo, Apricale, Bajardo e le frazioni di Sanremo Coldirodi e San Romolo, oltre alla magia della notte.
Nella storia più recente, assolutamente da ricordare le vittorie di Kris Meeke, alla guida della Peugeot 207 Super 2000, nel 2009, di Thierry Neuville, con la medesima auto, nel 2011 con entrambe le edizioni valide per l'Europeo e i due successi dell'indimenticato Craig Breen, nel 2019 su Skoda Fabia R5 e nel 2021 sulla Hyundai i20 R5, con entrambe le edizioni valide per l'Italiano.
Nel mezzo le cinque vittorie di Paolo Andreucci, sempre su Peugeot, oltre alla prima ottenuta al volante della Punto S2000 nel 2006, le cinque vittorie di Giandomenico Basso, nel 2008 sulla Punto Super2000, poi nel 2012 sulla Fiesta S2000, nel 2013 sulla Peugeot 207 S2000 e le ultime due edizioni, quella del 2023 sulla Skoda Fabia Rally2 e lo scorso anno sulla Toyota GR Yaris Rally2.
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