La mia casa al nord
Ieri alle 03:05 PM
Non è semplice da spiegare con le parole. È un luogo che ha molto più a che fare con i ricordi che con il chiudere lo sportello come ho fatto tante volte, in tante altre parti del mondo. Come se lo start della macchina servisse ogni volta ad aprire un album fotografico con dentro i ricordi più intensi della mia vita, che partono dalla mia infanzia ed arrivano ad oggi. Una prova speciale che non è mai finita e che ricostruisco ogni volta che ho la fortuna di tornare a correre in Svezia.
La neve ad imbiancare quegli stradoni lunghissimi, i consigli di Lorenzo Granai e il pensiero di entrare dentro le ps del Rally di Svezia con una quattro ruote motrici: niente sembrava potesse distogliermi da quei pensieri che mi ricordavano il sapore e il profumo di quelle settimane passate a Livigno.
La mia famiglia, il tempo infinito con l'idolo di sempre Gigi Galli, i traversi sulla neve, il bisogno di un cuscino in più per arrivare ai pedali e il bisogno di imparare ad utilizzare le "spondine" per girare la macchina più velocemente.
Persone, momenti, insegnamenti e dettagli che hanno costruito il mio amore per questa disciplina e che riaffiorano nella mia mente ogni volta, poco prima che tutto abbia inizio. Tutto così potente, speciale, intenso, magico.
Una di quelle fortune che sento di aver avuto, privilegio riservato a pochi e sogno di chiunque abbia voluto correre almeno un giorno nella propria vita.
Momenti distanti dai quei giorni passati su Youtube a riguardare Gigi vincere a Torntop, sognando di poterci passare anche solo una volta nella mia carriera di rallysta. Non solo camminandoci, con quella cresta di cartone dedicata ad "Hullu" che ancora oggi mi strappa un sorriso. Già il sorriso, lo stesso di quei giorni con gli amici del fan club alla Colin's Crest Arena, tra i tifosi appassionati ed un amico speciale a cui raccontare che, un giorno, quel salto avrei voluto farlo davvero.
Sorrisi che mi sembravano lontani in quel ritorno in Svezia con la voglia di rivincita e di superare una batosta di quelle che cambiano le cose. Sorrisi ritrovati alla fine della gara, circondata dall'affetto dei miei, con la macchina finalmente in parco chiuso e quello Svezia in R5 chiuso senza un graffio, tra lacrime di liberazione. Abbracci inspiegabili, che ritrovo solo in Svezia e che li assumono sfumature uniche.
Speciali come quel momento che ricordo come fosse ora.
SS11 Vargåsen 1. Due semicurve da prendere al massimo senza pensare alle farfalle nello stomaco, la strada che pende leggermente fino a sembrare di sparire, la Ford Fiesta che urla per un istante e le Pirelli che ritrovano la neve poco dopo.
Le mani salde sul volante e il pensiero che torna a quel giorno e a quello sguardo che avrei voluto incrociare sulla Colin Crest per dirgli: "Hai visto Davide, c'ho saltato davvero!".
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