Strategia, Walter Rohrl e un pit-stop in prova speciale: gli ingredienti per aggiudicarsi il Rallye Monte-Carlo del 1983

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C'era un tempo in cui i rally non solo si vincevano con il piede destro, ma anche e soprattutto con la testa e con il cuore. Una testa preparata ad ogni evenienza portava a calcolare nel dettaglio una certa dose di estro e follia, pur di primeggiare sull'avversario. Era il tempo dei rally caratterizzati dalle auto pericolose ma spettacolari, da piloti non curanti della estrema velocità e di team manager dal forte senso di appartenenza. Elementi ancora oggi scolpiti sulla pietra, di un periodo che ha dato ai rally una verve non quantificabile e ricordati con un filo di nostalgia e commozione da chi li ha vissuti per davvero.

E a proposito, gli appassionati non possono non ricordare con gli occhi lucidi quanto avvenuto al Rally di Monte-Carlo del 1983.

Lo squadrone Lancia aveva appena ingaggiato il neo campione del mondo Walter Rohrl con un chiaro obiettivo: battere le Audi Quattro a trazione integrale. Un compito difficile se non impossibile per le 037, che ancora disponevano della trazione anteriore e quindi enormemente svantaggiate. Il Kaiser a sorpresa non aveva trovato l'accordo con l'Audi, così accettò le lusinghe del team torinese firmando il contratto dalla durata di una singola stagione. Le prove speciali della tappa monegasca si presentavano asciutte in basso, ma ricche di neve e ghiaccio sulle alture, rendendo la scelta delle gomme una roulette. Grazie al suo ottimale bilanciamento dei pesi, la Lancia 037 risultava imprendibile sull'asfalto secco per le pesanti Quattro, ma annaspanti sulla neve.

La gara era ancora aperta ma serviva un colpo di estro per portarla a casa. E chi meglio di Cesare Fiorio poteva pensarlo? Il team manager della Martini Racing ordinò ai suoi meccanici di appostarsi in cima alla prova speciale, in uno spiazzo a lato della strada, in mezzo alla neve. Dovevano farsi trovare pronti non appena sarebbero giunti Walter Rohrl e Christian Geistdorfer per alzare da terra la Lancia 037 ed… effettuare un pit-stop come in Formula 1 per cambiare le gomme! Un'azione rapida e precisa, niente più e niente meno.

Fu proprio così: la 037 con il numero 1 transita sul colle innevato dopo aver affrontato la parte bassa della speciale con quattro gomme asfalto secco, viene fermata dal camioncino pronto intervento, e infine dotata di quattro Pirelli invernali chiodate per affrontare le intemperie. Una strategia tanto innovativa quanto azzardata, ma talmente azzeccata da consegnare a Walter Rohrl e alla Lancia la vittoria al mitico Rally di Monte-Carlo. Una vittoria che dodici mesi dopo risulterà decisiva per la conquista del titolo, contro ogni pronostico, del Campionato del Mondo Costruttori.

Ancora oggi, Walter Rohrl ricorda quell'episodio che ai suoi occhi sembrava scellerato:

Abbiamo discusso a lungo e animatamente con Cesare Fiorio. Non ero d'accordo, ma poi mi sono convinto perché effettivamente senza le gomme chiodate era impossibile affrontare la salita innevata. E' stato terribile stare fermo per un minuto ad aspettare il via libera dei meccanici. Attorno a noi c'era una scena surreale e altamente spettacolare per via dei tanti appassionati avvicinatisi a curiosare le manovre del team e i giornalisti che riprendevano e documentavano. Sembrava per davvero una corsia dei box!

 

 

Foto: Motorsport.com

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