GP Brasile - Analisi strategie: Verstappen, Ocon, Gasly, un podio targato coraggio

Le abbiamo sentite e viste di ogni tipo durante questo weekend di Interlagos. Dalle gomme ‘gonfiate’ con l’acqua, fino alla bandiera nera data ad Hulkenberg. Parte dello show è stato anche il modo in cui Verstappen, Ocon e Gasly sono entrati in top-tre, posizioni che poi, tolto il sorpasso di Max su Esteban, sono riusciti a mantenere fino al termine della gara.

Di questo parleremo, come sempre, strada facendo. Prima di iniziare ad imbastire qualsiasi tipo di discorso andiamo a fare un recap delle strategie viste all’Autodromo José Carlos Pace durante la gara odierna.

Il recap strategico

I primi tre piloti terminano il GP mediante una strategia ad 1 solo pit stop, del tipo Intermedia-Intermedia, fatto durante la bandiera rossa esposta nel corso del 32° giro a causa dell’incidente di Colapinto e delle condizioni meteorologiche proibitive. Assieme a loro anche Bottas percorre la stessa strada, ma Valtteri, a differenza del trio di testa, farà qualche errore di troppo che lo porterà a terminare la gara in P13.

Su due soste Intermedie-Intermedie-Intermedie abbiamo quasi la totalità del gruppo. Prima sosta tra il 24° e il 28° giro, seconda nel corso della bandiera rossa assieme a tutti gli altri (33° passaggio). Su questa falsariga anche Tsunoda, Lawson e Perez, solo che loro attuano una tattica Intermedie-Full Wet-Intermedie. Loro azzeccano la carta della mescola cinturato blu, la pioggia si stava intensificando in quel momento, peccato per l’incidente di Colapinto che non ha permesso loro di approfittare di tale scelta, e peccato che poi la pioggia sarebbe andata comunque diminuendo ancora. La strategia si sarebbe rivelata comunque errata.

Zhou è l’unico su una tattica Intermedie-Intermedie-Full Wet-Intermedie. In questo caso parliamo di una tattica totalmente sbagliata dalla Sauber. Guanyu rientra al 27° giro per montare un nuovo set di Intermedie, solo che le condizioni peggiorano, così ci ripensa e rientra subito per montare le Full Wet. Mescola che poi non avrà tempo di utilizzare a causa dalla bandiera rossa che utilizzerà per passare nuovamente alle Intermedie.

La gara vede cinque ritiri: Sainz, Colapinto, Hulkenberg, Stroll e infine Albon che non è riuscito neanche a prendere parte alla gara a causa degli eccessivi danni riportati durante le qualifiche tenutesi al mattino.

In Brasile vince il coraggio

Saremo molto diretti e andremo dritti al punto. Durante la gara si è molto discusso sul modo in cui Verstappen, Ocon e Gasly si siano ritrovati improvvisamente nelle prime tre posizioni. La risposta è semplice: hanno dimostrato coraggio. Nei giri precedenti che hanno portato fino all’incidente di Colapinto e alla bandiera rossa che ha decretato quasi del tutto l’esito della gara, Tsunoda, Lawson e Perez sono gli unici a credere nelle Full Wet e a provare ad approfittarne. Purtroppo, va detto che questa sarebbe stata una strategia fallimentare! Perché? La ragione è semplice: qualche istante dopo la bandiera rossa, ha smesso di piovere. Tant’è che tutti hanno montato le Intermedie per affrontare la parte finale di gara.

In Brasile ha vinto chi ha avuto più coraggio degli avversari e questi portano il nome di Verstappen, Ocon e Gasly. Mentre tutti gli altri hanno pittato, i tre in questione hanno pensato di spingere ancora un po’. Prima dell’inizio del valzer dei pit stop (giro 24), Esteban si trovava in quarta posizione, Max in sesta e Pierre addirittura in nona.

Difficile dire se abbiano creduto che potesse accadere qualcosa al di fuori del loro controllo. Fatto sta che mentre tutti gli altri rientravano ai box, loro sono rimasti in pista. A correre e difendere la loro posizione mentre la pioggia aumentava. Forse i tanti team radio dei piloti, tra i quali anche quello di Russell, ad invitare la FIA ad esporre la bandiera rossa a causa della scarsa visibilità, deve averli motivati ad andare avanti e sperare in un evento straordinario. Poi accaduto con l’incidente di Colapinto.

La bandiera rossa viene esposta al 32° passaggio quandoOcon è in testa al gruppo, davanti aVerstappen e Gasly. Max riuscirà poi ad impadronirsi della leadership negli istanti subito successivi alla ripresa della gara e a vincere con un divario tale da dimostrare la propria superiorità sugli avversari.

La Red Bull è tornata

Approfittiamo di questa rubrica per dirlo dal GP di Austin. La Red Bull è tornata, lo dimostra il passo gara disarmante tenuto da Verstappen per tutta la gara. Dal via fino al 24° giro, ovvero poco prima dell’inizio del valzer dei pit stop (Leclerc è il primo, giro 25), risale dalla P17 fino alla P6, a pochi decimi da Charles, a suon di sorpassi.

Dopodiché potrete anche dire che è stato fortunato, ma una volta guadagnata la testa della gara inanella una serie di giri veloci impressionanti che gli permetterà di vincere il GP con un vantaggio di 19’’5 su Ocon, 22’’5 su Gasly, 23’’2 su Russell, 30’’ suLeclerc e 31’’3 su Norris.

Forse il vantaggio deriva per lo più dal bagnato, come ha permesso di mettere in mostra l’ottima prestazione delle due Alpine, ma anche Perez era piuttosto in forma. Checo recupera diverse posizioni. La sua corsa si arresta alle spalle delle due Racing Bulls, forse intimorito da Lawson o dal fatto di poter commettere degli errori tali da compromettere la gara dei ‘cugini’ Red Bull. Il passo c’era e se dovesse essere confermato anche nelle ultime tre tappe del mondiale, la scuderia di Milton Keynes potrebbe anche rilanciarsi nella corsa al mondiale costruttori. Oggi ha guadagnato tantissimi punti in tal senso (la McLaren si trova ora a 49 lunghezze, Ferrari a 13).


Foto copertina: Red Bull Racing, Foto interne: Pirelli

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