Colonnine - Ricariche pubbliche veloci: secondo flop

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Secondo inciampo per le ricariche pubbliche veloci in Italia. Il ministero dell'Ambiente (senza darne comunicazione con una nota ufficiale) ha pubblicato nel proprio sito due decreti che riaprono i termini per la richiesta dei fondi del Piano di ripresa Pnrr (693 milioni di euro): ebbene, alla scadenza del 7 ottobre 2024, le istanze per realizzare stazioni in città hanno coperto solo 39 dei 58 ambiti territoriali, e quelli per le strade extraurbane interessato unicamente 50 dei 166 macrolotti messi a bando con l'avviso del 28 giugno.

Obiettivi lontani. Il governo intende far realizzare da privati  (A2A, Be Charge, Enel X e altri) 18.380 colonnine rapide in città e fuori entro il 2025. Assegnando 279.344.000 euro per 10.880 stazioni urbane, e 359.943.750 per le 7.500 su strade extraurbane. Tradotto, fanno circa 36.760 punti per fare rifornimento, in quanto ogni infrastruttura ha in genere due prese. Se e quando arriveranno, si sommeranno alle 3 mila colonnine in corso di realizzazione per 21 mila stazioni totali (circa 42 mila punti). A oggi, siamo a 56.992 prese su circa 28.496 colonnine fra lente e veloci (fonte Motus-E).

Le ragioni del flop. Perché i bandi vanno deserti? Stando al ministero, il blocco è dovuto a complessi "aspetti di natura tecnica, urbanistica, ambientale, paesaggistica e di sicurezza". Che si traducono in "un'oggettiva difficoltà per i potenziali beneficiari" nel presentare in tempo i progetti. Ecco, allora, la ricetta del dicastero: restringere gli ambiti in città e ridurre il numero di stazioni per modulo di macrolotto sulle extraurbane. Le aziende possono proporsi sulla piattaforma del Gse (Gestore servizi energetici) dal 29 ottobre al 28 novembre. Ricordiamo che le colonnine rapide rappresentano una delle chiavi per centrare l'ambizioso target fissato dall'esecutivo: 4,3 milioni di auto elettriche circolanti nel 2030, contro le 261.731 attuali.

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