L'autostrada più cara d'Italia è in perdita da 11 anni

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Da undici anni, la Brebemi rappresenta un simbolo di ambizioni non realizzate e sfide economiche persistenti. L’autostrada Brescia-Bergamo-Milano, pensata per essere un’alternativa strategica e moderna, continua a lottare contro un bilancio in perdita e una sostenibilità finanziaria che sembra sempre più irraggiungibile. Nonostante gli aumenti record dei pedaggi autostradali, il bilancio per il 2024 prevede un deficit di 50 milioni di euro, consolidando un trend negativo che dura da oltre un decennio.

Le aspettative iniziali del 2003 si sono scontrate con una realtà ben diversa: il traffico medio giornaliero si attesta su 27.000 veicoli, lontano dagli ambiziosi 50.000 previsti in fase progettuale. Questo divario è stato evidenziato anche dalla Corte dei Conti, che ha sottolineato le criticità di un’opera che non è mai riuscita a raggiungere gli obiettivi prefissati.

Stop agli aumenti tariffari

Un ulteriore colpo per la Brebemi è arrivato dalla Corte dei Conti, che ha bloccato la richiesta di incrementi tariffari del 3,49% per il 2021 e delle successive maggiorazioni pianificate fino al 2046. La motivazione? Le tariffe attuali sono già tra le più alte d’Italia e non trovano giustificazione negli investimenti effettuati. Paradossalmente, questa politica ha allontanato gli utenti anziché incentivarne l’utilizzo.

Difetti strutturali e debito colossale

Con i suoi 62 chilometri di lunghezza, l’infrastruttura si è rivelata “sottodimensionata” per garantire un equilibrio economico sostenibile. I rischi, evidenziati già in fase di progettazione, sono stati sottovalutati. Nemmeno i 320 milioni di euro di contributi pubblici, destinati al collegamento con l’A4, sono riusciti a invertire la rotta. Al contrario, la Brebemi si trova oggi a fronteggiare un debito di 2 miliardi di euro. Unica nota positiva nel bilancio 2024 è il margine operativo di 100 milioni di euro, frutto di un incremento del traffico del 4,1% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, questo miglioramento non basta a compensare gli oneri finanziari.

Concessione senza proroga

La situazione si complica ulteriormente con il rifiuto della proroga della concessione fino al 2046, richiesta da Autostrade Lombarde, controllata da Regione Lombardia. La concessione, originariamente prevista fino al 2034 e già estesa una volta, non sarà ulteriormente dilazionata, lasciando l’infrastruttura in una posizione ancora più critica.

Il caso della Brebemi mette in luce le debolezze della pianificazione infrastrutturale italiana. Previsioni irrealistiche e politiche tariffarie aggressive hanno trasformato un’opera strategica in un fardello economico. La necessità di un approccio più oculato e sostenibile appare oggi più urgente che mai.

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