Dal disastro Bearman-Lawson alla sorpresa Hadjar: com'è andata la qualifica dei rookie?

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Si è ufficialmente conclusa la prima qualifica stagionale in quel di Melbourne e gli spunti che si possono trarre dalla seconda giornata all'Albert Park sono parecchi, non solo per quanto riguarda i top team. Anche ai sei rookie è giusto dedicare spazio, soprattutto se considerato che abbiamo assistito a prestazioni decisamente opposte che meritano assolutamente qualche considerazione.

Di male in peggio

Chi ha sin qui collezionato solo delusioni è sicuramente il duo Bearman-Lawson che già dalla prima sessione di libere ha dovuto fare i conti con parecchie complicazioni che hanno sicuramente condizionato il prosieguo del fine settimana australiano.

Partiamo dal "giovane cavallino" della Ferrari Driver Academy che, dopo l'incidente in FP1, non ha avuto modo di scendere in pista per la seconda sessione. Non è andata meglio neanche nella giornata di oggi, quando in FP3 ha infatti commesso un altro errore, questa volta in curva 11; anche in questo caso le conseguenze sono state (sportivamente) dolorose: il britannico, infatti, è rimasto insabbiato nella ghiaia e ha dovuto concludere anzitempo l'ultima libera.

Come se non bastasse, però, a colpire Bearman è stata anche la sfortuna. Nel corso dell'outlapche preparava il primo tentativo del Q1, il classe 2005 ha riscontrato un problema alla trasmissione che lo ha nuovamente relegato ai box. Nulla da fare per l'inglese che arriverà quindi alla gara senza aver mai, di fatto, compiuto un numero sufficiente di giri necessario a raggiungere il feeling ottimale con monoposto e pista.

Non è andata certo meglio a Liam Lawson (18esimo), in balia di una RB21 complicata da gestire che lo ha messo ancor più in difficoltà rispetto a Max Verstappen, autore di una qualifica maiuscola. Sia chiaro, nessuno chiede al neozelandese di stare davanti al compagno ma la fatica del nativo di Hastings riporta alla mente quella accusata da Sergio Perez, dimostrando come la monoposto di Milton Keynes sia ancora lontana dalla perfezione in termini di guidabilità.

Anche a Lawson va tuttavia lasciato il tempo di adattarsi ad un nuovo ambiente, anche se neppure le variabili alla voce affidabilità non hanno certo accelerato questo processo, dal momento che durante FP3 la vettura numero 30 ha accusato problemi alla Power Unit.

Quante note liete!

Per due esordienti che faticano ce ne sono altrettanti che, per ora, non sembrano accusare il salto di categoria. Stiamo parlando di Gabriel Bortoleto e Isack Hadjar, non a caso i due piloti che nella passata stagione si sono giocati il titolo di Formula 2 fino all'ultima gara di Abu Dhabi. Entrambi non hanno mancato la qualificazione in Q2 al primo appuntamento, certificando come i rispettivi processi di apprendimento stiano procedendo a ritmo spedito e, soprattutto, senza particolari intoppi degni di nota.

Chi è andato decisamente oltre le aspettative è sicuramente il brasiliano della Sauber, non solo per aver aggirato le carenze della C45 ma soprattutto per essere riuscito a battere un pilota esperto come Nico Hulkenberg, da sempre molto veloce anche sul giro secco. La sensazione è che il campione uscente della categoria cadetta avrebbe potuto limare ulteriormente il proprio crono, ma una sbavatura nel corso dell'ultimo tentativo gli ha impedito di andare oltre l'1:17.520 che gli è alla fine valsa la 15esima posizione. Va inoltre sottolineato che in Q1 il best lap di Bortoleto è stato un secondo più veloce, il che dimostra come il nativo di San Paolo avesse ancora un margine di miglioramento importante.

Sarà invece la numero undici la casella dalla quale partirà domani Hadjar che potrebbe tranquillamente essere messo in lizza per il riconoscimento di MVP della qualifica andata in scena a Melbourne. Il giovane francese ha inoltre accarezzato per un attimo l'idea di piazzarsi in top 10, mancata per meno di un decimo. A promettere bene è anche il ritmo gara del classe 2004, protagonista nel corso delle simulazioni del venerdì di un long run piuttosto solido e molto vicino ai tempi di Yuki Tsunoda. Insomma, gli ingredienti per un buon esordio sembrano davvero esserci tutti.

Quando la sfortuna ci si mette...

Non è andata altrettanto bene sia a Kimi Antonelli che a Jack Doohan, protagonisti entrambi di episodi non proprio fortunati. L'italiano della Mercedes ha dovuto fare i conti con un danno al fondo a seguito di un passaggio sul cordolo della famigerata curva 6 che sin dai primi giri del venerdì sta causando non pochi problemi a team e piloti.

Il bolognese, 16esimo, paga forse anche la decisione della squadra di fargli percorrere le prime fasi del Q1 con mescola media quando magari avrebbe fatto decisamente più comodo girare e prendere confidenza con la soft. Nonostante ciò Antonelli ha comunque sfiorato il Q2, arrivando a soli 9 millesimi da Bortoleto, ultimo dei qualificati.

Anche Jack Doohan non è stato autore di un ultimo giro lanciato particolarmente pulito, soprattutto nel terzo settore, quando si è trovato davanti il compagno di squadra Pierre Gasly che ha in parte condizionato l'approccio dell'australiano all'ultima curva che immette sul rettilineo del traguardo. Il figlio d'arte ha quindi terminato in P14, non lontanissimo dal francese (nono). Non male per un esordiente sul quale, ricordiamo, pende sempre la spada di Damocle, o meglio, la spada di Franco...

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