La preoccupazione della Ferrari: Hamilton è davvero «bollito»?

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Lewis Hamilton ha commesso un errore per la seconda gara di fila, ma questa volta si è rivelato fatale: a Singapore si era trattato di un "semplice" lungo in un tentativo di sorpasso, mentre ieri ad Austin si è girato e fermato in ghiaia al terzo giro.

In generale, quantomeno rispetto al periodo che ha preceduto la pausa estiva, il pilota britannico non sembra star passando un gran periodo: la Ferrari dovrebbe esserne preoccupata? Cerchiamo di capirlo insieme.

Mancanza di motivazioni

La motivazione è una componente fondamentale per qualsiasi persona, in particolare per uno sportivo. Con la Mercedes attuale, Lewis sa bene che non può fare chissà quanta differenza, che non può arricchire chissà quanto il proprio stellare curriculum.

D'altronde, se ha deciso di lasciare il team dopo 12 stagioni, non l'avrà fatto di certo senza pensarci. E la mancanza di prestazione della monoposto ha sicuramente influito nella sua decisione.

Ormai il classe '85 sembra già concentrato - forse com'è giusto che sia - sull'ultima missione della sua carriera: conquistare un Mondiale vestito di Rosso.

Un eventuale trionfo a Maranello sarebbe l'ennesimo segnale (probabilmente quello decisivo) per affermarsi come il migliore di sempre, in quanto supererebbe Michael Schumacher anche nella voce dei titoli vinti.

Insomma, il weekend di Hamilton ad Austin è stato tutt'altro che positivo: è iniziato con un errore nella qualifica Sprint, proseguito con un'eliminazione in Q1 al sabato e un ritiro in gara. Eppure, se la Ferrari sarà capace di offrirgli una monoposto competitiva, non ci sono dubbi che rivedremo il miglior Lewis, pronto a scrivere un'altra fantastica pagina di storia.

 

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Foto interna www.autosport.com

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