Trump: "Se il prezzo delle auto è in aumento, non mi importa"

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Una svolta epocale ha travolto il panorama del commercio globale: gli Stati Uniti, sotto la guida di Donald Trump, hanno introdotto un dazio del 25% sulle automobili importate. Questo provvedimento, definito da Trump come il “Liberation Day”, ha scosso l’intera industria automobilistica, inviando un messaggio chiaro ai produttori internazionali: “Dovete produrle da noi”. L’obiettivo dichiarato è ridurre la dipendenza dalle importazioni e incentivare la produzione sul suolo americano.

Politica protezionista: le visioni

Tra i primi a rispondere a questa politica protezionista, Hyundai ha annunciato un investimento colossale di 21 miliardi di dollari per la costruzione di nuovi stabilimenti in Louisiana. Questo passo strategico rappresenta una vittoria simbolica per la Casa Bianca, che vede nella mossa del colosso coreano un segnale tangibile del successo della sua politica economica.

Tuttavia, gli esperti avvertono che questa decisione potrebbe avere conseguenze significative. I costi delle automobili, sia importate che prodotte localmente con componenti provenienti da Canada e Messico, potrebbero subire un’impennata a causa delle nuove tariffe. Questo rischio solleva interrogativi sulla sostenibilità di tali misure nel lungo termine.

Le reazioni internazionali

Le reazioni internazionali non si sono fatte attendere: l’Unione Europea, il Giappone e la Corea del Sud hanno espresso preoccupazione per un possibile inasprimento delle tensioni commerciali. L’industria europea, già impegnata a fronteggiare le sfide del Green Deal, si trova particolarmente esposta.

Trump ha ribadito che i dazi USA saranno permanenti, a meno che gli Stati Uniti non ottengano concessioni significative. Per il presidente, questa politica rappresenta una rivincita contro decenni di presunto sfruttamento economico ai danni dell’America.

Il settore automobilistico globale si trova ora di fronte a un bivio strategico: adattarsi alle nuove regole spostando la produzione auto USA o esplorare soluzioni alternative per preservare la competitività sul mercato americano. Il futuro dell’industria dipenderà dalla capacità di rispondere a queste sfide senza compromettere l’equilibrio economico globale.

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