Sainz ringrazia la Ferrari: «Guidare in rosso è speciale, ma ho ancora un rimpianto»

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Con il GP di Abu Dhabi si chiuderà la carriera di Carlos Sainz in Ferrari dopo 4 anni, e ad attendere lo spagnolo ci sarà una sfida importantissima: lottare per il Campionato Costruttori al team che lo ha scaricato. Sulla stessa ammissione del pilota, quello che rende meno amara la separazione è il fatto che venga sostituito on di meno che da un sette volte campione del mondo; tuttavia, i primi giorni dopo la notizia, il madrileno non era nell'umore migliore. Per tutto l'anno lui non ha comunque deluso la fiducia della squadra, portando a Maranello due vittorie e 8 podi, nonché un discreto bottino di punti che lasciano la Rossa ancora in lotta per un Mondiale, come non accadeva da 14 anni. E, sebbene ci siano diversi motivi per cui il pilota possa essere arrabbiato, comunque vada la stagione, lascerà con ricordi positivi. 

"Se nel 2021 mi avessero detto delle 4 vittorie, dei podi e altro ancora ci avrei messo la firma. È difficile scegliere il successo più bello. Silverstone perchè il primo, Singapore non devo neanche dirlo. Quello in Australia è stata molto emotivo, per il recupero dopo l'appendicite. Poi c'è il Messico. Sapevo che quel weekend poteva essere la mia ultima opportunirà di vincere e mi sono messo sotto molta pressione per farlo; c'era anche tutta la mia famiglia e i miei amici, che hanno reso ancora più speciale il tutto", ha spiegato il pilota a Beyond The Grid. Per lui, però, c'è ancora un rimpianto sportivo: "Il mio vero obiettivo è diventare campione, perciò non sono a pienamente contento perché avrei voluto lottare per un Mondiale con costanza. Ancora adesso ci stiamo giocando il Costruttori". 

A livello umano, invece, Sainz lascia la Williams pieno di ricordi: "Sono stato un pilota della Ferrari per quattro anni, ho amato ogni momento con i Tifosi, a Maranello, a Fiorano, vestendo di Rosso. La squadra mi ha sempre apprezzato. L'esperienza della Ferrari è sempre diversa, non riuscirei spiegarla a parole. A volte è dura, ci sono degli aspetti più complicati rispetto ad essere in altres squadre, ma ogni GP è come se fossi a casa, ovunque ci sono Tifosi e sono sempre la maggioranza. Forse non a Zandvoort". 

 

Foto copertina x.com

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