Susie Wolff: «Il talento non ha genere, è il cronometro che parla»
Ieri alle 04:00 AM
Susie Wolff ha chiuso il suo primo anno da managing director per la F1 Academy, e sotto la sua direzione la categoria ha fatto un grande salto di qualità, diventando più organizzata, sponsorizzata e vista. D'altronde, la stessa ex pilota ha ammesso che vuole dare alla prossima generazione tutto quello che è mancato nella sua carriera che, tra diverse difficoltà, è culminata con l'essere l'ultima donna a prendere parte a una sessione ufficiale di Formula 1. Dopo di lei, pochi altri nomi hanno avuto delle chance nell'abitacolo di una monoposto, e mai durante i weekend di gara.
Ma la scozzese non sarà contenta del lavoro svolto fino a che non avrà trasmesso un messaggio alle giovani ragazze: dare una chance ai motori, perchè in pista si è tutti uguali. "Ci sono poche donne che partecipano nelle gare di go kart, forse neanche il 5%, perciò è più difficile trovare un talento da portare al vertice del motorsport. La Formula 1 è difficile per tutti, non importa il tuo sesso, ci sono solo 20 posti sulla griglia. Per le ragazze che iniziano nei kart, però, mancano punti di riferimento. Anche la prossima generazione, che ha molto più amore per lo sport, fa fatica a capire cosa può essere realizzato. Nel motorsport si indossa un casco, nessuno vede il tuo genere, e quello che ho capito è che importa è solo la performance. Tanta gente può parlare, ma alla fine quello che conta è il cronometro. E ai giorni d'oggi, a dire il vero, bisogna essere bravi anche fuori dalla macchina, per attirare gli sponsor e gli aiuti economici", ha spiegato Susie Wolff al The Red Flags Podcast.
Foto copertina x.com
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