A scuola da Newey: l'assetto non risolve i problemi, li maschera
Oggi alle 11:15 AM
Il noto progettista ex Red Bull, che in marzo inizierà a prendere contatto con il mondo Aston Martin, ha rilasciato una bellissima dichiarazione ad ‘Auto Motor und Sport’ sui problemi patiti nel 2024 dalla sua vecchia squadra e sulle questioni pungenti che i tecnici stanno incontrando nel mettere a punto la macchina perfetta per sfidare tutti gli altri competitor.
Come abbiamo visto nell’articolo pubblicato in settimana, il team di Milton Keynes potrebbe aver incontrato delle difficoltà a livello di inesperienza. Privi di una figura di livello come quella di Adrian, hanno remato semplicemente nella direzione che ritenevano più opportuna senza pensare agli effetti ad essa correlati (leggi qui).
Le auto ad effetto suolo nascondono criticità
Purtroppo in Formula 1 non è tutto bianco o nero e Newey, sempre nella medesima intervista rilasciata ad 'AMUS', ha evidenziato quanto l’aerodinamica sia cruciale nella performance delle vetture figlie del regolamento 2022.
Spesso gli addetti ai lavori parlano a sproposito dell’assetto, definendolo come la cura a tutti i problemi. Durante i weekend di gara si parla tanto di ottimizzare la vettura per il circuito che si sta affrontando ed erroneamente, a volte, si afferma che il set-up sia l’unica soluzione ai problemi.Quante volte avete sentito dire, anche da chi scrive: “La squadra ‘X’ non è performante oggi come la compagine ‘Y’ perché non ha trovato il giusto assetto”. Nell’intervista rilasciata a Michael Shmidt di ‘AMUS’, Newey ha fatto un po’ scuola dicendo che guardando alla generazione di vetture 2022-2025, il set-up non è la risoluzione a tutti i problemi.
Secondo Adrian Newey, il progettista più titolato della Formula 1 e ora in forza all'Aston Martin, l’assetto non è la cura, ma riuscire ad ottimizzarlo può riuscire soltanto a mascherare i problemi intrinsechi alla vettura. Dei tecnici bravi riescono ad avvicinare le caratteristiche della vettura alle esigenze del pilota, ma nulla di più. In aggiunta, riuscire in quest’impresa, dipende molto dalla pista che si sta affrontando.
Newey afferma anche che, le auto che sfruttano l’effetto suolo, come quelle dell’attuale generazione, tendono ad essere molto sensibili all’instabilità. Nonostante gli sforzi dei tecnici, tendono sempre ad esserci delle zone a bassa pressione, specie sul fondo e ai limiti del perimetro si generano delle perdite aerodinamiche. Perdite che aumentano all’incrementare della velocità e all’avvicinarsi della vettura al suolo. Alcuni aspetti contribuiscono a creare carico ed altri a perderlo, per cui i tecnici devono essere molto efficaci nel massimizzare i guadagni e ridurre le perdite.
Foto: Aston Martin
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